L ‘Avvocato Guido Cellerino fornisce un breve commento per chiarire la sentenza della Cassazione Penale Sez. VI 13 marzo 2014 n. 12004.
Chiamata a giudicare circa un caso di maltrattamenti in famiglia aggravati (art. 572 commi I e II c.p.) la Suprema Corte sancisce il principio per cui “la situazione di mancata o ritardata crescita dei bambini dipendente da malnutrizione” rientra nella nozione di “malattia” secondo la nozione di lesione personale grave, cui fa riferimento anche l’art. 572 comma II del codice penale.
Il concetto penalistico di “malattia” infatti, per consolidato orientamento giurisprudenziale, non comprende solamente le alterazioni di natura anatomica bensì tutte quelle alterazioni da cui deriva una limitazione funzionale o un significativo processo patologico, ovvero una compromissione delle funzioni dell’organismo.
Con la sentenza 12004 del 2014 la Cassazione Penale Sez. VI afferma che la “mancata o ritardata crescita dei bambini dipendente da malnutrizione” è un vero e proprio “disturbo patologico che richiede adeguati esami diagnostici e opportuni trattamenti terapeutici per fronteggiare quello che è una vera e propria forma di alterazione del normale sviluppo del minore”.
Nella fattispecie, una madre è stata riconosciuta colpevole del delitto di maltrattamenti in famiglia aggravati per avere sottoposto la figlia minore di appena otto anni a lei affidata a gravi maltrattamenti, consistiti in offese, umiliazioni e violenze, fra l’altro omettendo di farla visitare e curare dal medico di base, così cagionandole uno stato di denutrizione o malnutrizione che comportava una mancata crescita e un indebolimento della funzione visiva.
Ritenuta la particolare gravità dei comportamenti contestati, il Tribunale in primo grado considerava l’imputata, pur incensurata, non meritevole della concessione delle attenuanti generiche e la condannava alla pena di anni quattro di reclusione. Pena poi confermata in Appello e, da ultimo, in Cassazione.
La decisione della Corte costituisce un’evoluzione compiuta nell’ambito di un consolidato e coerente solco interpretativo del concetto di “malattia” penalmente rilevante, ma si segnala all’attenzione dei commentatori per l’interessante esplicitazione del principio secondo cui, qualora venga provato il nesso eziologico fra la mancata o ritardata crescita del minore ed i comportamenti dolosamente omissivi del genitore (o di altro familiare convivente), quest’ultimo ne dovrà rispondere penalmente.
Il concetto di malnutrizione di minori come malattia – lesione penalmente rilevante offre, infine, a chi scrive uno spunto di riflessione circa l’enorme e drammatica questione della malnutrizione di milioni di bambini in gran parte dei Paesi del mondo, con conseguente morte o malattia di centinaia di migliaia di minori.
Sicuramente non ne siamo “responsabili” a livello giuridico e personale, ma dal punto di vista morale ciascuno di noi dovrebbe sentirsi tenuto a fare di più ed a porre in atto ogni iniziativa possibile, sia a livello personale che collettivo, per contrastare questa ignobile strage di innocenti che solo in rare occasioni trova adeguato spazio fra i media, e sulla quale le nostre coscienze non possono e non devono addormentarsi nell’indifferenza.