Ricevere una multa non è mai piacevole, soprattutto se la sanzione è ritenuta ingiusta. In questo caso è possibile pagare entro 5 giorni in forma ridotta con uno sconto del 30%, oppure decidere di fare ricorso. Le soluzioni possibili sono due, presentare una richiesta di annullamento al prefetto o al giudice di pace, due opzioni differenti con procedure diverse per l’inoltro della domanda. Ecco tutti i modi possibili su come contestare una multa per cercare di cancellare le rispettive sanzioni.
Quando è possibile contestare una multa?
Quando si riceve una multa, a causa di una infrazione al Codice della Strada, la prima cosa da fare è leggere attentamente il verbale ed eseguire un’analisi completa del documento. In questo modo è possibile verificare l’idoneità della sanzione, controllando che tutti i dati riportati e le procedure adottate rispettino le normative di legge vigenti.
I due casi più comuni che consentono di impugnare un multa sono:
- verbale incompleto o con errori;
- notifica oltre i termini di legge.
Secondo le disposizioni vigenti, le multe devono essere recapitate entro 90 giorni, considerando la data della violazione, altrimenti è possibile contestare l’atto sanzionatorio. Allo stesso modo il verbale deve essere perfetto, privo di errori e completo, in caso contrario potrebbero esserci gli estremi per un ricorso al prefetto o presso il giudice di pace. I cosiddetti vizi di forma possono essere diversi, perciò è fondamentale verificare che il documento sia valido e inoppugnabile prima di pagare.
Ad esempio potrebbero esserci degli errori nei dati del proprietario del veicolo, oppure del conducente, nella targa dell’auto o nella data e nell’ora della rilevazione dell’infrazione. Lo stesso vale se l’identificazione non è ottimale, con l’inserimento di dati non corretti o non esaustivi, quindi anche in tale situazione è possibile impugnare la sanzione. Altrettanto succede se i dispositivi utilizzati per il monitoraggio (come autovelox e telecamere per la ZTL) non sono omologati, se la norma del Codice della Strada è sbagliata o mancano le generalità dell’agente incaricato della segnalazione.
Naturalmente un errore nel verbale non comporta l’annullamento immediato e automatico della multa, ma è necessario fare ricorso e seguire le procedure previste dalle normative di legge, per richiedere la cancellazione dell’ammenda e delle relative decurtazioni dei punti dalla patente di guida. Le informazioni che non devono mai mancare nel verbale, affinché sia valido, sono i dati precisi del trasgressore, le indicazioni sul luogo e il momento in cui è avvenuta l’infrazione, la persona che ha rilevato la violazione e quella che è responsabile dell’atto sanzionatorio, la targa e il modello del veicolo.
Come pagare una multa in forma ridotta
Prima di fare ricorso e contestare la multa è importante capire se conviene realmente, poiché è possibile pagare in forma ridotta se ciò avviene in tempi rapidi. In particolare si può ottenere uno sconto del 30% sull’importo, come indicato dall’articolo 202 del CdS, se il versamento avviene entro 5 giorni dalla ricezione della segnalazione. Questa data può essere quella della rilevazione dell’infrazione, in caso di accertamento sul posto da parte degli agenti, oppure di notifica del verbale per le multe inviate a casa.
È essenziale ricordare che se non si paga subito, quindi in forma ridotta entro 5 giorni, il limite è di 60 giorni. Passato questo periodo la sanzione subisce una maggiorazione, che può arrivare fino alla metà dell’importo massimo indicato dal Codice della Strada. Rimangono escluse dalla riduzione alcune sanzioni, che non possono essere scontate in alcun modo, tra cui quelle che prevedono la sospensione della patente di guida oppure la confisca della vettura, ovvero le violazioni del CdS considerate gravi.
Come fare ricorso al prefetto
Una delle modalità per la contestazione della multa è il ricorso al prefetto. Molte persone preferiscono questa via poiché è gratuita, mentre con il giudice di pace è previsto il pagamento di una tariffa fissa. In questo caso la domanda deve essere presentata entro 60 giorni, considerando come data utile quella della notifica del verbale dell’infrazione, come sottolineato dagli articoli 203 e 204 del Codice della Strada.
La richiesta deve essere inoltrata rivolgendosi agli uffici della prefettura di competenza territoriale, in base al luogo in cui la violazione è stata commessa. All’interno del ricorso, che si può scrivere liberamente senza restrizioni o l’obbligo dell’uso di moduli specifici, devono essere riportate alcune informazioni. Ad esempio bisogna indicare nell’intestazione le generalità dell’organo al quale ci si rivolge, dopodiché è necessario che siano presenti i propri dati come nome, cognome, data di nascita, luogo di residenza e di domicilio.
A questo punto vanno inseriti tutti gli estremi del verbale da contestare, compresa la data in cui è stato notificato e quella della contestazione. Infine bisogna rendere note le motivazioni che, in base alla propria opinione, consentono di annullare l’atto e le rispettive sanzioni, aggiungendo per una maggiore completezza i riferimenti normativi individuati. Dopodiché si possono aggiungere degli approfondimenti, quindi va concluso il documento con la data, il luogo e la firma.
Il ricorso al prefetto deve essere accompagnato da qualsiasi tipo di ricevuta che attesti le proprie ragioni, ad esempio testimonianze o documenti. La presentazione della contestazione può avvenire di persona, recandosi presso gli uffici preposti della prefettura, tramite email utilizzando un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), oppure con una posta raccomandata con ricevuta di ritorno. In alternativa è possibile mandare il ricorso all’ente accertatore della violazione, condizione che prevede 30 giorni in più di tempo per la risposta.
Cosa può decidere il prefetto?
Dopo l’invio del documento per la contestazione della multa il prefetto ha fino a 180 giorni di tempo, entro i quali deve rendere nota la sua decisione. In questo caso può rigettare la richiesta, per errori procedurali nella domanda, vizi di forma, sforamento dei termini o perché il ricorso non è ammissibile. Ciò significa che la multa va pagata, con un importo di almeno il doppio della multa, tuttavia è ancora possibile fare ricorso al giudice di pace. Se invece la domanda viene accolta non bisogna pagare nulla e la sanzione viene archiviata.
Come funziona il ricorso al giudice di pace
Un modo alternativo, spesso più veloce e pratico, consiste nel fare ricorso al giudice di pace per contestare una multa giudicata ingiusta. La domanda deve essere inviata rapidamente, entro 30 giorni dalla notifica della violazione al Codice della Strada, mentre con la procedura presso gli uffici della prefettura il tempo massimo è di 60 giorni. Tuttavia è possibile intraprendere questa azione sia in prima istanza, sia dopo il rigetto da parte del prefetto, sempre con un termine ultimo di 30 giorni.
Il ricorso al giudice di pace può essere inviato nelle seguenti forme:
- personalmente;
- tramite avvocato;
- altra persona con delega;
- via raccomandata a/r.
La contestazione della multa deve avvenire presentando una serie di documenti, nello specifico una copia del verbale, della cartella esattoriale, di atti che indicano l’invalidità dell’atto e di un documento di riconoscimento. Il giudice di pace può decidere di annullare la multa, quindi non bisogna pagare nulla, ridurne il valore accogliendo la richiesta soltanto in parte, oppure rigettare il ricorso e obbligare al saldo dell’importo integrale o anche superiore rispetto alla sanzione iniziale. La decisione può essere contestata rivolgendosi comunque a un tribunale.
Come contestare una multa per autovelox
Per capire meglio come fare ricorso vediamo uno dei casi più comuni, ovvero la contestazione di una multa per autovelox. Come succede in altre situazioni, la prima cosa da fare è capire se realmente esistono gli estremi per un’eventuale cancellazione, altrimenti si rischia di intraprendere una procedura inutile e potenzialmente dannosa. Infatti il rigetto della domanda potrebbe portare a un aggravio della sanzione, oltre al pagamento dei costi previsti per la presentazione del ricorso.
Le normative di legge stabiliscono che la presenza degli autovelox deve essere ben segnalata, inoltre gli agenti possono non essere troppo visibili ma non devono neanche nascondersi eccessivamente (ad esempio dietro un gabbiotto con all’interno il dispositivo per la rilevazione della velocità dei veicoli). Gli autovelox devono essere omologati, tarati e controllati con regolarità, affinché non forniscano dati sfalsati ed errati. Per immortalare l’automobilista non basta un’immagine della targa, ma serve un’intera sequenza fotografica.
Infine la multa deve essere notificata in base al rispettivo decreto del prefetto, riportare tutti i dati precisi del veicolo e del proprietario della vettura, la data e il luogo della violazione, le generalità degli agenti e degli addetti alla lavorazione della pratica. Qualora uno di questi aspetti dovesse venire meno è possibile contestare la multa dell’autovelox, rivolgendosi al prefetto o al giudice di pace. In alternativa è possibile pagare in forma ridotta, con uno sconto del 30% per chi provvede entro 5 giorni dalla ricezione della notifica del verbale.
Come rateizzare il pagamento della multa
Nel caso il ricorso dovesse essere rifiutato, è possibile comunque richiedere la rateizzazione della multa. Ciò è previsto per importi superiori a 200 euro, per sanzioni singole e non cumulative, inoltre il reddito annuo deve essere pari o inferiore 10.628,16 euro. La domanda va inoltrata al prefetto o al sindaco entro 30 giorni dalla data della notifica, mentre la rateizzazione può arrivare fino a un massimo di 60 rate, con un valore per ogni singolo pagamento di almeno 100 euro.
Avvocato Valeria Astolfi